Il Movimento 5 Stelle cambia forma: arrivano i facilitatori, dodici uomini chiamati a supportare e consigliare Luigi Di Maio. Ma la proposta divide i pentastellati.
Arrivano i facilitatori, il Movimento 5 Stelle cambia forma e diventa sempre più simile a un partito tradizionale. Il team del futuro somiglia tanto, secondo alcuni troppo, alla tradizionalissima segreteria di partito.
Nel Movimento 5 Stelle arrivano i facilitatori
La grande notizia che emerge da Italia 5 Stelle è quella dell’introduzione di un gruppo di esperti che dovrebbe togliere un po’ di pressione dalle spalle di Luigi Di Maio, che pure vorrà controllare in maniera indiretta e indiscreta la scelta dei suoi stretti collaboratori che lo consiglieranno alla guida del Movimento.
Se il controllo del capo politico dovesse fallire, allora i Cinque Stelle potrebbero rischiare di rimanere impantanati nelle strategie burocratiche e nei più classici giochi di potere. Non proprio il massimo per un MoVimento nato per rivoluzionare la politica.
Di Maio prova a scrollarsi di dosso le critiche
Per provare a spegnere le polemiche e mettere a tacere i critici, Luigi Di Maio apre alla riorganizzazione interna al MoVimento. Il leader vuole scrollarsi di dosso l’immagine di capo non democratico. Nasce da qui l’idea di inserire nell’universo pentastellato una squadra di dodici facilitatori nazionali. Ognuno avrà un settore di competenza e aiuterà il capo politico a districarsi tra temi, proposte e argomenti cui non potrebbe dedicare la giusta o dovuta attenzione.
Ma il MoVimento resta diviso
Anche l’idea della creazione di un team di supporto non porta la pace nel Movimento 5 Stelle. Nicola Morra ha fortemente criticato il riassetto, parlando di una democrazia finta.